Quanto è difficile riprendere in mano un vecchio manoscritto completamente dimenticato in un angolo di uno scaffale. Tentando di mettere ordine tra cartellette, ritagli di giornale, scadenze di concorsi, contatti di lavoro, ho ritrovato una storia scritta da me anni fa e mai inviata a nessun editore. Devo ammettere che non è male rileggersi dopo tanto tempo e capire che “così non va bene”. Con il giusto distacco che il tempo ti regala, l’autocritica diventa nitida e sicuramente produttiva per capire cosa va modificato. In effetti, per quanto riguarda le pagine che ho riletto, ci sarebbe molto da fare:
- salvare qualcosa del testo, ma non troppo
- trasformare il racconto in una metafora
- modificare lo stile in alcuni tratti
- mantenere vivi i dialoghi tra i due ragazzi
- arrivare a scrivere una storia nuova che possa interessare i lettori, ma che sia per me una testimonianza di come il mio lavoro abbia preso forme diverse nel corso del tempo.
Già…impresa difficile che mi mette in guardia già sul nascere. Sarebbe sicuramente più facile aprire una pagina bianca di word e dare vita ad una storia nuova. Non so proprio cosa deciderò di fare.
Nel frattempo: un caro saluto a tutti da Milano,città calda, troppo calda per riuscire a maturare progetti da portare a termine